sabato 22 novembre 2014

Le qualità di un uomo: portate in piazza dal Petrarca Rugby. Contro la violenza

Un uomo davvero forte è gentile. Questo bisognerebbe iniziare a dire, e questo hanno detto i giocatori del Petrarca Rugby ieri a Padova, in piazza contro la violenza.
Essere un atleta e stare in piazza, un giorno, e porgere un fiore a qualcuno dicendo: la mia forza è la gentilezza.


So rispettare la libertà di chi amo
Sono vincente perchè sono gentile
La gelosia è un tuo problema: l'uomo forte la sa gestire
So rispettare un rifiuto
So accettare un abbandono
Sono forte, sono gentile. Sono gentile perché NON HO PAURA:

Ma, ai rugbisti del Petrarca Rugby di Padova, vorremmo dire che sono anche intelligenti - oltre che intraprendenti e impegnati.
Perché hanno compreso che tocca agli uomini - più di chiunque - prendere parola su un problema degli uomini. Benché le conseguenze ricadano tanto sulle donne.

venerdì 7 novembre 2014

Lettera aperta ad Alessandra Moretti e Simonetta Rubinato
, candidate alle primarie PD per il Veneto

Care Alessandra e Simonetta,
vi dedico poche righe di augurio per questa campagna elettorale che determinerà la prossima candidata del Pd a governatrice del Veneto. 


Le primarie sono e dovranno rimanere  lo strumento  per eccellenza del nostro partito atto a selezionare la classe dirigente e, soprattutto, a determinare i programmi politici.
Sono contenta che entrambe abbiate con coraggio e determinazione voluto intraprendere questo cammino: il Veneto è vicino ad una svolta ed è non solo interessante, ma molto significativo, che siano due donne a volerla interpretare.
Come ho già detto in passato, credo fermamente che in queste belle occasioni di democrazia sia necessario fare un passo indietro e ascoltare sempre ciò che gli elettori vorranno dirci. Auguro quindi ad entrambe di avere successo, e anche di poter sfruttare questa sfida per arricchire il proprio bagaglio politico-culturale aprendosi e stimolando la vicinanza con gli elettori. Credo fermamente che il nostro partito abbia valori insostituibili e complementari tra loro e che sia necessario valorizzarli tutti per ottenere il risultato vero, cioè togliere il Veneto a Zaia e alla Lega Nord, che tanti danni hanno creato.
Il mio lavoro nelle prossime settimane sarà cercare di contribuire al confronto più leale e aperto, mettendomi al servizio del Partito e del nostro programma, chiunque ne sarà alla testa, senza timori; ciascuna di voi ha infatti le capacità per essere un’ottima guida per il Veneto. Non trovo utili le manovre di schieramento, né le polemiche interne che disorientano i cittadini, quasi tutto fosse solo "posizionamento". Rischiamo di dimenticare che i cittadini vivono spesso situazioni difficili, con problemi concreti e vivono i giochini politici interni ai partiti con molta insofferenza. Sfrutto dunque questo spazio per invitare tutte le segreterie e i dirigenti regionali a mettersi sullo sfondo, a rinunciare ad un po’ di protagonismo e a lasciare che dal confronto tra voi esca il candidato più forte
Sono certa che non ci deluderete. Vi lascio con un abbraccio e un augurio di buona fortuna, nella speranza comune che queste elezioni siano partecipate da tanti cittadini veneti che vogliono il cambiamento, in modo di poter loro stessi diventarne protagonisti
Perché la vera partecipazione di tutte e di tutti alla politica regionale dev’essere la prima sfida da vincere in Veneto e in Italia.
Un carissimo saluto,
Laura Puppato


domenica 5 ottobre 2014

Dall'Open Day Donna di Padova: le donne per il rilancio dell'Italia

Centinaia di donne hanno partecipato a Padova, il 1° ottobre, alla terza edizione dell’Open Day Donna, diventa anche tu imprenditrice con noi  ideato da Stefania Brogin e dal Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Padova, dedicato quest’anno a uno sguardo europeo sui temi della imprenditoria e della leadership al femminile.
Si tratta del più grande evento di imprenditoria femminile del Nordest: un'occasione di collaborazione e connessione fra donne imprenditrici, che Sabina Ciuffini, ambasciatrice We women for Expo, auspica possa diventare il palcoscenico di tutte le donne creative italiane.
Dice Stefania Brogin: «Chiediamo che Open Day Donna assurga a buona pratica europea per avviare la donna all’imprenditorialità e per far crescere la competitività delle imprese femminili, promuovendoci all’interno delle maggiori città industriali. Abbiamo bisogno di internazionalizzarci anche attraverso questa strategia, di creare reti e mobilità virtuose, abbiamo bisogno di sentimento di appartenenza ad un mercato unico e usare e migliorare gli strumenti messi a disposizione dall’unione per le imprese europee. Le imprese femminili sono un modello vincente di valori e competenze in un’economia globalizzata dove le regole sono cambiate nell’economia, nella finanza e nella società modificando ogni precedente. E’ un atto di responsabilità affidarsi alle donne, alla diversità della leadership femminile, nella governance e delle istituzioni e delle imprese a partire dall’ambito locale. E’ questo il momento per uscire pubblicamente affinché il ruolo decisionale che da sempre svolgiamo nel quotidiano di manager d’impresa, di professioniste,di lavoratrici , nella vita affettiva e di rappresentanza, ci sia riconosciuto, per poter cambiare e agire per ottenere strumenti e opportunità per svolgerlo pena mancanza di futuro e certezza per le generazioni a venire. Le donne in Italia sono oltre 1 milione in più dei maschi ed è ora di farlo pesare. Il futuro richiede modelli di sviluppo ripensati, ruoli sociali nuovi e le donne sono la risposta e la risorsa a questa generale crisi sapendo guardare al futuro, è questo il messaggio dell’open Day, è questa la testimonianza di tutte le donne giovani e meno giovani che ci hanno raggiunto e delle nostre illustri e autorevoli ospiti».

domenica 3 agosto 2014

Non un minuto di più nell'ignoranza: lo dobbiamo ai nostri morti di stanotte

Fabrizio Bortolin, Giannino Breda, Maurizio Lot, Luciano Stella: i vostri nomi si aggiungono all'elenco infinito dei morti per distruzione ambientale. Ogni giorno miriadi di "fatalità" che non sono affatto tali. Sono invece conseguenze. Conseguenze di politiche suicide, volte solo ad accumulare denaro nelle mani di pochi. 
Queste sono state le politiche dei nostri governi - e continuano ad esserlo, purtroppo. E così, anche a Refrontolo, stanotte, le conseguenze sono arrivate

Il disastro è montato "all'improvviso", intorno a mezzanotte: la pioggia che batteva, in poche decine di minuti ha invaso ogni canale e ingrossato tanto il Lierza, che la sua esondazione ha trasformato le strade stesse in fiumi, E' così che tutto è rimasto travolto, al Molinetto della Croda, dall'alta ondata di fango che ha spazzato via stand, auto, perfino un container - e molte decine di persone, sorprese da questa furia, che hanno cercato di salvarsi aggrappandosi agli alberi; ma i morti sono già 4, i feriti 6, di cui 2 gravi; e a molti è stato impedito di fuggire in auto - fortunatamente - perché più a valle sarebbero stati inevitabilmente travolti. Nel suo piccolo, "una specie di Vajont".. ma come il Vajoint, non è stata un fatalità: solo una conseguenza. Questa estate autunnale, con i suoi disastri, ci sia da monito: bisogna muoversi subito.
E per farlo bisogna uscire dall'ignoranza. Bisogna sapere: sapere cosa sta succedendo, cosa non si sta facendo, cosa si deve fare.



Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.
La nostra terra vale più del denaro.
(…) Fin che il sole splenderà e l’acqua scorrerà, darà vita a uomini e animali. 
Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali;
è stato il Grande Spirito a porre qui la terra
e non possiamo venderla perché non ci appartiene.
Possiamo contare il nostro denaro
e bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa,
ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia
e i fili d’erba della nostra terra.

Questo rispose, ai lunghi coltelli, un noto capo indiano; ma né allora né mai la logica del denaro volle ascoltare. Ora dobbiamo farlo, e subito.
Nel video allegato trovate la chiamata delle donne per il clima, che vi invitiamo a diffondere. 
Non sono solo parole: sono informazioni, cose precise da sapere, obiettivi precisi da darsi, cose concrete da fare. 
E' un programma che ciascuno e ciascuna di noi dovrebbe conoscere e far conoscere, e a cui tutti e tutte dovremmo partecipare.

martedì 3 giugno 2014

Respinto regolamento attuativo - ma soprattutto il suo emendamento peggiorativo! della L.R. 27/2012: un passo indietro per l'oscurantismo

Sono lieta di dare avvio oggi ai miei contributi a questa rete-blog della politicafemminile, perché le donne che vi sono attive (al contrario di altri) non hanno mai frainteso le mie posizioni sulla legge 194.  E soprattutto sono contenta di farlo in occasione di quella che ritengo una vittoria (anche se non ancora definitiva) del Veneto e di tutte le donne italiane, e un po' anche mia. 
Quando, nel novembre 2012, mi candidai alle Primarie del Partito Democratico, improvvisamente rimbalzò ovunque la vicenda della Legge regionale veneta n. 27/2012,  volta a Disciplinare le iniziative di promozione dei diritti etici e della vita nelle strutture sanitarie e socio sanitarie, che veniva richiamata nel modo più fuorviante come esempio di miei presunti cedimenti in tema dl Legge194. E perché? Si tratta di una legge che ammette l’attività di informazione, tramite l'esposizione di depliant, nei pressi di strutture sanitarie pubbliche da parte di associazioni dedicate a temi bioetici o biomedici, tra cui l’aborto e il fine vita. Un fatto che era stato letto come un pericoloso cedimento sul tema dell'applicazione della legge 194; ma la verità è che fu un "male minore" che veniva a tamponare il rischio ben più grave che si stava correndo. 
La legge approvata era assai difforme dalla legge di iniziativa popolare che fu inizialmente promossa, realmente in chiave anti-legge194, dal Movimento per la Vita, che voleva imporre negli ospedali e nei consultori la presenza di propri volontari come dissuasori all'aborto, figure che in nome di "valori morali" sono latori di un fondamentalismo religioso volto a travalicare i confini del rispetto per addentrarsi nella sfera dell'aiuto non richiesto e della scomunica religiosa.
Era evidente che quella legge dovesse essere respinta. Ma la pensava diversamente la maggioranza politica che reggeva (e regge tuttora) il Veneto e quel che è peggio, per quanto spaccata al proprio interno, nel 2012 aveva i numeri per approvarla. Da capogruppo del PD la scelta che avevo davanti era tra contrastare la legge tout court, con il rischio di vederla passare comunque, dati i rapporti di forza, oppure di tentare di disinnescarla portando a modifiche tali da svuotarla del contenuto originario. Scegliemmo la seconda via come la migliore praticabile, per scongiurare un pericolo ben più grave; e ancora oggi ritengo fu la scelta giusta. Perché dall'inaccettabile legge originaria si giunse a una norma che si limitava a dare alcune indicazioni di base, da un lato aprendo a tutte le associazioni dedicate a temi bioetici o biomedici, dall'altro prevedendo modalità di sola informazione scritta, mai ad personam e rispettosa della privacy; modalità rinviate a un regolamento di attuazione da stabilire.
E il primo regolamento attuativo della L.R. 27/2012 che era già uscito, pur consentendo l'esposizione di materiale informativo, escludeva (ovviamente) che le informazioni fossero portate da volontari e "alle persone": le associazioni che - a vario titolo - impegnate sui temi etici volessero "informare" potevano farlo esclusivamente esponendo materiale cartaceo in teche dedicate, senza alcuna interlocuzione possibile con le donne e/o i pazienti, tantomeno all'interno di realtà sanitarie e consultori. Ma il malcontento, nei promotori del disegno orginario, era forte e la lobby "antiabortista" non si è arresa, potendo ancora una volta trovare sponda nella maggioranza. E' così che il Presidente della Commissione Sanità Leonardo Padrin ha pensato (in sede di esame del regolamento prrdetto) di  introdurre modifiche volte a far entrare le associazioni richiedenti nelle  strutture pubbliche, in appositi spazi all’entrata di ospedali o consultori. Il che avrebbe significato, però, stravolgere la ratio della legge approvata: dunque, pur se ormai esterna al Consiglio regionale del Veneto, sono immediatamente tornata ad interessarmi della vicenda che a suo tempo avevo seguito; cercando di mettere in luce, oltre all'attacco implicito alla legge 194, anche i rischi connessi all'approvazione di un regolamento che avrebbe portato alla contemporanea presenza negli ospedali di operatori dalle posizioni opposte: da un lato volontari dei movimenti antiabortisti e dall'altro quelli delle associazioni che si occupano di fine vita ed eutanasia, rischiando così scontri ideologici e tensioni. Cioè un quadro assolutamente da evitare dentro strutture sensibili da mantenere efficienti e serene. E devo dire che anche il mio appello, che si è unito allo sforzo di tutti coloro che hanno contrastato questo emendamento, ha avuto ascolto anche grazie al dialogo con alcuni colleghi di parte opposta coltivato in anni di voti trasversali. E mentre in consiglio la minoranza ha fatto la sacrosanta battaglia per il rispetto dell'autodeterminazione della donna, la maggioranza non ha trovato i voti sufficienti: il buon senso alla fine ha avuto la meglio. Almeno per ora: ora la legge torna in giunta. E sappiamo che gli attentati alla corretta applicazione della legge 194 sono sempre in agguato.
Contro questi tentativi non bisogna stancarsi di vigilare, perché è proprio grazie a questa legge che, almeno finché veniva correttamente applicata, gli aborti sono drasticamente diminuiti. Il diritto di scelta, e ad abortire in sicurezza, va garantito, e la scelta si dà regolamentando l'obiezione ma anche applicando tutti gli sforzi per educare e prevenire, mettendo tutto l'impegno necessario a uscire da modelli educativi da un lato noncuranti, dall'altro oscurantisti. Allo stesso modo, poiché scegliere di abortire è un momento tragico nella vita di ogni donna, che spesso si subisce anche per difficoltà materiali, è un altro dovere andare ad incidere su tutte le cause di questo fenomeno applicando integralmente anche i primi articoli della 194 che parlano di sostegno e aiuto alla madre.  Ma mai, mai - e lo dico da credente - mai potremo lavarci la coscienza con facili moralismi volti a criminalizzare le scelte delle donne.
Laura Puppato

domenica 9 marzo 2014

Padova e Venezia: voci per il reddito, l'autodeterminazione, la libertà di decidere

Anche in Veneto (a Padova e Venezia, come in molte altre città italiane), l'8 marzo è stata l'occasione di ricordare che non di (sola) festa si tratta, la celebrazione di una data dedicata a una condizione ancora molto lontana dall'essere liberata. Qui nel video, Padova:



Una condizione nient'affatto a sé, quella della donna - ma misura di tutte le altre e che, sul piano strettamente dei diritti di autodeterminazione sessuale, non si può separare da quella di tutti gli altri soggetti che non rientrano nella narrazione della normalità. Una normalità imposta come pilastro fondante di precise strategie politiche, da progetti politici autoritari - fascismi con cui il Veneto deve fare i conti forse più che altrove (dalle istituzioni a finti "antagonismi" fascisti anch'essi).
Che ci offrano fiori, e offriamocene fra noi, ma soprattutto ci offriamo l'occasione di dire quanto tante cose non vanno affatto bene, quanto sappiamo che si deve ancora camminare e… quanto è importante camminare insieme

*e chi c** sarebbe questo insieme? qualcun* grida. CHI?????
Ottima domanda! E su questo bisogna tornare.  

QUI la cronaca multimediale dell'8marzo #iodecido

venerdì 14 febbraio 2014

In Veneto non vogliamo il primato della violenza, danziamo una musica nuova

Il Veneto è stato protagonista, recentemente, di ciò che si definisce "un triste primato": primo in classifica, in Italia, in fatto di violenza contro le donne e femminicidio. Lo sapevate? Cambiamo la tendenza? Oggi, nella giornata mondiale contro la violenza, è un ottimo giorno per fare riflessioni in merito e prendere decisioni. 
Danziamo una musica nuova e la violenza spazziamola via. Si danza contro la violenza e per la giustizia, in Veneto, a
VENEZIA: Pescheria a Rialto ore16.30
PADOVA: Piazza dei Signori ore 17.00  
VICENZA: Piazza delle Erbe ore 18.00
Ricordiamo qui anche gli appuntamenti in Friuli-Venezia Giulia

martedì 7 gennaio 2014

Più donne e più politica femminile anche in Veneto

Con il 2014 si aggiunge, alla rete-blog Politica femminile, anche il blog regionale del Veneto. Una regione fra le più importanti in Italia che però non si avvale se non in misura minima del contributo femminile in politica: 
prova ne sia che nel Consiglio regionale la percentuale di donne è solo del 5%. Una quota risibile che mette il Veneto fra le regioni meno paritarie in Italia, con presenze di donne inferiori al 10%: dalla Basilicata (che tocca il record negativo con lo 0%), alla Calabria (3,9%), e Sardegna (6,3) e Puglia (5,7%). Queste ultime entrambe regioni in cui, ricordiamo, leggi regionali per la doppia preferenza di genere sono state indecorosamente affossate con voto segreto, dai rispettivi consigli ad altissima presenza maschile: in Puglia il 27 novembre 2012, e in Sardegna il 28 agosto 2013.
Ci auguriamo dunque che questo blog possa contribuire a dare sostegno alle numerose donne venete attive in politica, e a tutte quelle impegnate per un progresso sociale nei più vari campi, e che in tante vorrete seguirci e ggiungervi a noi. Dobbiamo portare la percentuale di donne nelle istituzioni dal 5 al 50%. Questo nell'interesse non solo delle donne, ma di chiunque, come condizione per una società più equilibrata e più equa. E, soprattutto, combattere insieme una battaglia culturale per un modo nuovo di far politica: improntato allo spirito di servizio, all'ambiente, all'equità e alla pace. Con un augurio di buon anno per tutte e tutti.

... Partiamo?